25 aprile: festa della Liberazione (Italia)

Giorno della Liberazione, noto anche come Anniversario della Liberazione dell’ItaliaAnniversario della Resistenza, o semplicemente 25 aprile,

Emblema della Repubblica Italiana
Emblema della Repubblica Italiana

è una festa nazionale in Italia che commemora la vittoria del movimento di resistenza italiana contro la Germania nazista e la Repubblica Sociale Italiana, culmine della liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca e della guerra civile italiana nell’ultima fase della Seconda Guerra Mondiale.

Questo è diverso dalla Festa della Repubblica, che si svolge il 2 giugno e commemora il Referendum istituzionale italiano del 1946.

Storia del venticinque aprile

La fine della guerra sul territorio italiano, con la resa definitiva delle forze tedeschi all’esercito alleato , avvenne il 2 maggio,

come formalmente stabilito dai rappresentanti delle forze in campo durante la cosiddetta Resa di Caserta, firmata il 29 aprile 1945: queste date segnano anche la definitiva sconfitta del nazismo e del fascismo in Italia.

Entro il 1° maggio tutta l’Italia settentrionale fu liberata dall’occupazione, comprese Bologna (21 aprile), Genova (23 aprile), Milano (25 aprile), Torino e Venezia (28 aprile).

La liberazione pose fine a due anni e mezzo di occupazione tedesca, a cinque anni di guerra e a ventitré anni di dittatura fascista.

Le conseguenze della Seconda Guerra Mondiale lasciarono in Italia una rabbia contro la monarchia per aver appoggiato il regime fascista per oltre 20 anni.

Queste frustrazioni contribuirono alla rinascita del movimento repubblicano italiano.

La Liberazione rappresenta simbolicamente l’inizio del percorso storico che portò al referendum del 2 giugno 1946,

quando gli italiani optarono per la fine della monarchia e la creazione della Repubblica Italiana, a cui seguì l’adozione della Costituzione della Repubblica nel 1948,

risultante dal lavoro di un’Assemblea Costituente formata dai rappresentanti di tutte le forze antifascista che contribuirono alla sconfitta delle forze naziste e fasciste durante la Liberazione d’Italia e la Guerra civile italiana.

Partigiani italiani in piazza San Marco a Venezia nei giorni della liberazione.
Corteo di Liberazione a Torino il 6 maggio 1945. 

Sebbene anche altri paesi europei come la Norvegia, i Paesi Bassi e la Francia abbiano avuto movimenti partigiani e governi collaborazionisti conla Germania nazista durante la seconda guerra mondiale,

lo scontro armato tra compatrioti fu più intenso in Italia, rendendo il caso italiano unico.

L’uso del termine “guerra civile” era frequente tra i combattenti e durante la guerra stessa, ad esempio nelle opere letterarie di Beppe Fenoglio.

Nel dopoguerra la definizione fu generalmente evitata e utilizzata principalmente dalla destra come dal politico e storico fascista Giorgio Pisanò.

Il libro di Claudio PavoneUna guerra civile. Il Saggio storico sulla moralità della Resistenza, pubblicato nel 1991, ha portato il termine ” Guerra civile italiana ” a diventare un termine diffuso e utilizzato in lingua italiana e internazionale storiografia.

La data del 25 aprile è stata scelta per convenzione,

poiché era il giorno dell’anno 1945 in cui il Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia (CLNAI) – il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Alfredo Pizzoni, Luigi Longo,

Emilio Sereni, Sandro Pertini, e Leone Valiani (presenti tra gli altri il presidente designato Rodolfo Morandi, Giustino Arpesani,

e Achille Marazza) – proclamarono un’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti,

indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia che facevano parte del Corpo Volontari della Libertà per attaccare i presidi nazisti e fascisti imponendo la resa,

giorni prima dell’arrivo delle truppe alleate; contemporaneamente, il Comitato di Liberazione Nazionale per l’Italia Settentrionale emanò personalmente decreti legislativi,

assumendo il potere «in nome del popolo italiano e come delegato del Governo italiano», stabilendo tra l’altro la condanna a morte per tutti i fascisti gerarchi e altri collaborazionisti degli occupanti nazisti,

tra cui Benito Mussolini, che sarebbe stato ucciso tre giorni dopo.

“Arrendersi o morire!” fu l’appello dei partigiani quel giorno e quelli immediatamente successivi. Continua a leggere su wikipedia…

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